La Salute del Vostro Cavallo

QUARANTOTTO ORE PER VIVERE
(riflessioni sui parti)

Fra pochi mesi sarà tempo di parti e con questo articolo vorrei stimolare le riflessioni dei futuri proprietari di foals. Tutti avete atteso gli undici mesi della gestazione e speso considerevoli cifre per la monta, l’alimentazione, la pensione, i prodotti e le cure veterinarie e molte altre voci.
Le domande sono: siete sicuri di aver fatto le spese giuste? Siete disposti a sacrificarvi per altre quarantotto ore dopo il parto e dare al neonato l’assistenza di cui ha bisogno? Pochi sanno che gran parte dei problemi neonatali si verificano entro i primi cinque giorni di vita e che le ventiquattro ore immediatamente successive alla nascita sono decisive per il foal.
Non ha senso buttare dalla finestra un anno di sacrifici e affidarsi alla sorte, che non sempre può essere benevola. Soprattutto oggi, alle soglie del 2000, con gli enormi progressi della neonatalogia equina, che applica in veterinaria molte delle terapie utilizzate per i bambini neonati e migliora sensibilmente le percentuali di sopravvivenza.

E' risaputo che la vita di un puledro è legata all’assunzione del colostro. Questo "primo latte" con altissima concentrazione di anticorpi viene assunto nell’arco delle prime ventiquattro ore e condizionerà lo stato immunitario del soggetto per i primi due mesi di vita. Solo dopo questo periodo l’organismo del puledro sarà in grado di produrre i suoi anticorpi. L’importanza del colostro in questo determinato momento viene evidenziata dal fatto che la mucosa intestinale permette il passaggio della maggior parte degli anticorpi esclusivamente nelle prime sedici ore.
E direi che questo è un punto fondamentale nell’evoluzione delle patologie neonatali. La fattrice ha il colostro? Quest’ultimo è abbastanza ricco di anticorpi? E infine: il puledro ne ha succhiato a sufficienza? Queste sono alcune delle domande che ogni allevatore dovrebbe porsi prima e subito dopo il parto.

La prima risposta è facile: basta osservare le mammelle della futura mamma nei giorni che precedono la nascita. Come è noto nelle ultime 24/48 ore si forma una specie di "tappo" di cera sul capezzolo, ma non è altrettanto risaputo che è possibile "strizzare" quest’ultimo e provocare l’uscita di qualche centimetro cubo del prezioso liquido, che deve essere giallo paglierino, denso e appiccicoso.
Esiste inoltre - ed è bene saperlo - la possibilità di fare un affidabile test per conoscere con buona approssimazione il giorno del parto e la presenza del colostro. Questo esame si basa sulla misurazione della quantità di calcio e magnesio nel colostro stesso e si effettua tramite particolari cartine che cambiano colore.

Molti sanno che la perdita spontanea di latte (che poi à colostro) antecedente la nascita può compromettere seriamente la vita del puledro, ma pochi sono al corrente del fatto che è possibile raccogliere questo liquido, congelarlo e somministrarlo al neonato entro sedici ore dalla sua venuta al mondo.

La seconda domanda sembra più complessa ma la risposta è altrettanto semplice, anche se un tantino più articolata. In primo luogo è importante aver praticato alla madre tutte le vaccinazioni necessarie, in particolare quella contro l’aborto virale, l’influenza equina e il tetano. Si tratta di una spesa in più, ma ritengo sia molto più costoso dover affrontare queste patologie o trovarsi di fronte ad un aborto al nono mese di gestazione. Inoltre è fondamentale sverminare regolarmente le fattrici gravide con appositi prodotti, che non sono assolutamente dannosi per il puledro ma che, al contrario, "lavorano" per lui.

E' infatti risaputo che i parassiti intestinali reprimono il sistema immunitario e quindi la produzione di anticorpi. Infine sarebbe importante che la fattrice venisse portata per tempo nel luogo dove deve avvenire il parto, in modo da permettere al suo sistema immunitario di produrre gli anticorpi specifici per gli agenti patogeni presenti in quell’ambiente. Volendosi affidare alle analisi di laboratorio, esiste la possibilità di fare un banale test, che consiste sulla valutazione del peso specifico del colostro.
Quest’ultimo è direttamente proporzionale alla concentrazione di anticorpi in esso presenti e al di sotto di un certo limite il puledro è a rischio.

La terza domanda (il puledro ha succhiato colostro a sufficienza?) deve indurre ad una riflessione sull’importanza di questo particolare.
E' evidente che una mammella gonfia e un puledro ancora steso per terra sono segni inequivocabili di mancata assunzione di questa "magica" sostanza. Spesso per la situazione è ambigua, perché il puledro è in piedi e le mammelle sgonfie, ma non sappiamo se il colostro c’era, se era sufficiente e se la quantità di anticorpi in esso presenti era adeguata al fabbisogno del nuovo nato.

Nel caso in cui così non fosse, in capo a poche ore e sicuramente entro il quarto quinto giorno, il foal accuserà febbre e diarrea, diventerà molto depresso e il suo occhio sarà opaco. E lo svilupparsi di una setticemia che può portarlo alla morte. per evitare tutto questo esistono due test, che si basano sulla precipitazione degli anticorpi presenti nel sangue del piccolo e che possono essere eseguiti dal veterinario molto velocemente e sul posto.

Un banale prelievo di sangue effettuato tra l’ottava e la dodicesima ora di vita del puledro darà al veterinario la possibilità di intervenire adeguatamente in caso di bisogno, con la somministrazione di colostro precedentemente congelato o artificiale (ora in vendita anche in Italia) o addirittura con la trasfusione e la somministrazione per bocca di plasma ottenuto dal prelievo di sangue di altri cavalli.
Queste procedure, che richiedono poca più attenzione di una normale fleboclisi e sono relativamente poco costose, sono in grado, nella maggioranza dei casi, di prevenire la famosa e così deleteria setticemia neonatale.

Dott. Sergio Gabriele

 

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Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2006